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Mantova. Una grande mostra dedicata a Chagall a Palazzo della Ragione che riapre dopo il restauro. Fotogallery

In concomitanza con il Festivaletteratura, inaugura il 5 settembre “Marc Chagall come nella pittura, così nella poesia”, la rassegna a cura di Gabriella Di Milia, in collaborazione con la Galleria Statale Tret’jakov di Mosca MANTOVA - “Senza bellezza non c’è civiltà” - ad affermarlo il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, che il 4 settembre ha presentato la mostra “Marc Chagall come nella pittura, così nella poesia”. “Per questo Mantova è tra le città che in Italia sta investendo di più per recuperare il patrimonio comune, che è la nostra storia, l’identità e il futuro della città. Ed è un patrimonio dell’umanità intera” - ha detto ancora Palazzi.  130 opere tra cui il ciclo completo dei 7 teleri dipinti da Chagall nel 1920 per il Teatro ebraico da  camera  di  Mosca, sono dal 5 settembre ospitati al Palazzo della Ragione, monumento medievale che sorge nel cuore della città, decorato con straordinari cicli di affreschi, per secoli centro del potere civico di Mantova. Il Palazzo riapre al pubblico dopo un lungo e complesso intervento di valorizzazione che consentirà di ospitare un palinsesto di attività culturali, ricco e qualificato.  Il progetto espositivo dedicato a Chagall rappresenta infattila prima tappa di una programmazione espositiva triennale dedicata al Novecento, che il Comune di Mantova inaugura assieme alla casa editrice Electa.  Il nucleo centrale della mostra è costituito da  7 pannelli, tempere e gouache su tela di grandi dimensioni (tra cui Introduzione al Teatro ebraico, 284 x787 cm), risultato di un prestito eccezionale della Galleria Statale Tret’jakov di Mosca, di assai rara presenza in Italia. I teleri vennero presentati a Milano nel 1994 e a Roma nel 1999, dopo le esposizioni del 1992 al Guggenheim  di New York e del 1993 al The Art Institute di Chicago. Attorno alle sette opere viene proposta la la ricostruzione dell’environment del Teatro ebraico da camera, ossia una “scatola” di circa 40 metri quadrati di superficie, per cui Chagall aveva realizzato, oltre ai dipinti parietali, le decorazioni per il soffitto, il sipario insieme a costumi e scenografie per tre opere teatrali. In particolare, nel grande pannello Introduzione al teatro ebraico, che occupava la parete sinistra della platea, è possibile subito notare come Chagall si è svincolato dal quel che era diventato il suo modo abituale di fare pittura, sperimentando metodi più sintetici e immediati.  Nel teatro erano situati, sulla parete di destra, i quattro quadri raffiguranti le Arti personificate: la Musica rappresentata da un violinista mefistofelico, la Danza da una mastodontica ballerina, il Teatro dal Badchan, l’animatore di matrimoni ebrei e, infine, la Letteratura dalla figura tutta bianca dello scriba-poeta. I pannelli erano sormontati da una striscia di simboli commestibili e terribili. Si tratta del Fregio che rappresenta il banchetto nuziale in cui, accanto a pesci, pani, frutta e galli vivi, si serve anche un amante defunto, per accennare forse al fatto che il vecchio teatro ebraico sarebbe stato soppiantato da una poetica dell’assurdo. Dirigendosi verso la porta d’uscita della sala gli spettatori potevano infine osservare il dipinto Amore sulla scena, opera in cui era evidente sino a che punto Chagall poteva spingersi nell’uso di elementi non oggettivi rimanendo il pittore delle suggestive  immagini psichiche, a doppio senso. Il titolo della mostra evoca l’importanza che ha avuto Chagall, insieme a Picasso e Robert Delaunay, nell’ispirare poeti scrittori e critici militanti del Novecento. A raccontarlo è anche il catalogo edito da Electa, che oltre a restituire  le  influenze  e  contaminazioni  artistiche  e  culturali  che  Chagall  assorbì  vivendo  a  Vitebsk,  San Pietroburgo,  Parigi  e  Mosca, si sofferma proprio su questo aspetto. Il volume raccoglie numerosi scritti molti dei quali mai tradotti in Italia di autori quali Guillaume Apollinaire, Blaise Cendrars, Paul Eluard, Ricciotto Canudo, Kurt Schwitters, Lionello Venturi, James Johnson Sweeney, Vladimir Nabokov, Pieyre de Mandriargues, Maria Luisa Spazian.  La mostra resterà aperta fino al 3 febbraio 2019. {igallery id=1394|cid=1120|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0} Vademecum MARC CHAGALL come nella pittura, così nella poesiaMantova, Palazzo della Ragione, Piazza delle Erbe5 settembre 2018 – 3 febbraio 2019oraridal martedì alla domenica, h 9.30 - 19.30 (chiusura della biglietteria h 18.30)chiuso il lunedì, ad eccezione del 24 dicembre 2018 e del 7 gennaio 2019in occasione del Festivaletteratura (5 – 9 settembre 2018) e della Notte Bianca “Mantova Vive” (15 settembre 2018) apertura straordinaria fino alle h 23 (chiusura della biglietteria h 22)www.chagallmantova.it #chagallmantova Informazioni prenotazioni: t +39 0376.1979010 ...

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